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Insufficienza venosa e gambe pesanti

Con il termine di insufficienza venosa s’intende una condizione patologica, molto diffusa nella popolazione femminile, caratterizzata dalla diminuzione del ritorno del sangue venoso dei sistemi periferici.

Recenti studi epidemiologici indicano che il 25-35 % della popolazione femminile e il 10-20% degli uomini adulti soffrono di questo problema, un fenomeno che sta aumentando drammaticamente a causa delle scorrette abitudini alimentari e di uno stile di vita sedentario.

Le vene sono il sistema idraulico che riporta il sangue periferico al cuore, negli arti inferiori tale ritorno è rallentato dalla forza di gravità, che nella posizione eretta rende difficile il flusso del sangue. Al corretto ritorno venoso cooperano le contrazioni del cuore e dei muscoli e le valvole venose. Quando queste valvole e le pareti venose diventano meno elastiche si può manifestare l’insufficienza venosa come una conseguenza del ristagno del sangue delle vene. Questa patologia si manifesta inizialmente con una serie di sintomi come formicolio o prurito, pesantezza agli arti e fragilità capillare. Alla stasi venosa segue un ridotto apporto di ossigeno e sostanze nutritive all’endotelio del vaso che perde la propria funzionalità strutturale con un conseguente sversamento di liquidi. La ridotta ossigenazione porta alla formazione di radicali liberi che danneggiano ulteriormente i componenti cellulari della parete. Con l’avanzare della patologia possono comparire dei rigonfiamenti alla caviglie e possono manifestarsi dei crampi notturni. Nell’insufficienza venosa avanzata la colorazione bluastra della pelle delle caviglie è il sintomo della fuoriuscita dell’emoglobina a livello del liquido interstiziale.

I principali fattori di rischio per questa patologia sono i seguenti:

Familiarità

Età avanzata

Ritenzione idrica

Uso di contraccettivi

Sedentarietà

Stitichezza

Uso di contraccettivi

Gravidanza

Le terapie conservative per queste patologie circolatorie prevedono l’utilizzo di fasciature (calze compressive) che esercitano una pressione graduale sugli arti inferiori (30 mmHg a livello della caviglia) agevolando il ritorno del sangue venoso verso il cuore. Questi semplici ausili ortopedici possono alleviare la pesantezza delle gambe e ridurre il gonfiore.

Alle terapie farmacologiche costituite da antinfiammatori non steroidei, anticoagulanti topici e vasodilatatori spesso si associano vari rimedi naturali, sostanze flobotoniche e vitamine, che svolgono un ruolo non marginale nel trattamento di questa patologia circolatoria.

Le sostanze flebotoniche aumentano il tono della parete venosa, riducendo quindi la sensazione di affaticamento e di pesantezza alle gambe, tra queste le principali sono:

Il flavonoide semisintetico diosmina che esercita un azione eumetabolica, vasotonica e regolatrice sulle pareti vascolari, con conseguente riduzione del danno vascolare, dell'edema associato e del processo infiammatorio cronico. Più precisamente, questo flavonoide è in grado di: neutralizzare l'effetto di molecole pro-infiammatorie con conseguente riduzione del processo infiammatorio ed edematoso; migliorare il drenaggio della rete linfatica, evitando l'accumulo di liquidi extravascolari; ridurre la sintomatologia dolorosa inibendo la trasmissione dell'informazione dolorifica sostenuta da mediatori chimici, riducendo la compressione esercitata dall'edema sulle strutture nervose.

I flavonoidi estratti dalle foglie della vite rossa che offrono un aiuto per il trofismo del microcircolo capillare, aiutando l'ossigenazione delle pareti.

La frazione triterpenica estratta dalla centella asiatica (asiaticoside - acido asiatico - acido madecassico) che garantisce la normalizzazione del tessuto connettivo perivascolare attraverso una più efficace sintesi di collagene ed un miglioramento del tono e dell'elasticità delle pareti vascolari venose. Questi effetti biologici si traducono in un riequilibrio delle caratteristiche emodinamiche a livello venoso, con una riduzione della permeabilità vascolare e del relativo accumulo di liquidi, responsabile della sintomatologia edematosa associata all'insufficienza venosa.

L’ oxerutina, un flavonoide semisintetico ottenuta dai fiori e dalle foglie della Sophora Japonica, che ha un'azione vasoprotettrice che si traduce in una riduzione della fuoriuscita di liquidi dai capillari, nella prevenzione della formazione di microtrombi e nel blocco della reazione infiammatoria che innesca il circolo vizioso alla base dell'edema degli arti inferiori.

L'escina, estratta dai semi dell'ippocastano,che è un miscuglio di saponine con proprietà vasocostrittrici e in grado di ridurre la permeabilità dei capillari.

L’esperidina che incrementa la resistenza venulo capillare, agendo con un'azione sinergica sulla componente strutturale costituita dal collagene e dai proteoglicani.

I glicosidi antocianici del mirtillo che stabilizzano la parete dei capillari, opponendosi ad un eccessiva permeabilità.

Vitamine ed oligoelementi. Le vitamine C e P hanno un'azione protettrice a livello della parete capillare, andando a stimolare la formazione del collagene che assicura la normale funzionalità trofica dei vasi. La vitamina E invece presenta una potente attività contro i radicali liberi. La vitamina K, agendo sulla coagulazione, permette un più veloce riassorbimento degli ematomi. Il magnesio aiuta a ridurre la stanchezza e l’affaticamento muscolare.

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